LETTERA DAL CARCERE |
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Cara Francesca,
posso immaginare quanti fastidi ti sta procurando la mia richiesta di collaborazione, e ti sono grato per l'incoraggiamento e il sostegno pratico che stai riservando a quest’ultimo lavoro. I materiali che finora mi hai fatto recapitare hanno già raggiunto un certa consistenza incompatibile con l'esiguità dello spazio della mia cella e le disposizioni carcerarie. Pertanto ho dovuto distribuirli anche nelle celle di alcuni dei miei compagni con i quali, oltre a questi libri e cartelle di fogli, condivido le medesime insensate accuse di "cospirazione". Alcuni di loro si sono pure messi a leggere certi testi o solo a sfogliarne le illustrazioni. Così, presto è capitato pure di parlare tra noi su quello che stavo preparando. L’argomento dell’arte, insomma, ha suscitato qui un interesse, a volte vivace e a volte marginale, ma in definitiva stimolante per tutti, pur nei limiti della natura o nell'indole di ognuno. Nonostante le mie rassicurazioni sulla relativa marginalità della materia, alcuni continuano a mostrarsi troppo titubanti di esprimere serenamente le proprie considerazioni in fatto di arte; ma con altri la faccenda ha preso una piega diversa, con risultati inaspettati. Così, ad esempio, da un certo momento in poi con alcuni si è avviato un lavoro comune che ha prodotto un testo, la cui relazione ci è stata richiesta per la riunione pubblica del mese prossimo. Dato che ovviamente nessuno di noi può uscire da qui, abbiamo deciso di affidare questo testo ad un nostro compagno di Roma che ha una qualche familiarità con la materia. Più volte è venuto qui a trovarci; ne abbiamo discusso a sufficienza, e infine ci siamo accordati tutti sul fatto che lo scritto venga utilizzato soltanto come una traccia da cui attingere per una esposizione estemporanea dei suoi contenuti. Sarà quindi il romano che si incaricherà di farne una narrazione viva piuttosto che una pedante lettura. Che dire? Possiamo solo confidare che lui sappia trovare i modi adeguati per presentare questo nostro primo lavoro. Personalmente, io non mi fido completamente della persona e delle sue capacità esplicative; così come d’altronde non sono neppure persuaso della traccia che gli consegneremo: ci sono troppi argomenti tra i quali raccapezzare la forma di un discorso articolato e chiaro da parte di un soggetto incline alle digressioni. Scommetto che magari saprà mostrare i fili ma non tirarli per la soddisfazione dei compagni. Ma tant’è. La relazione verrà svolta, e qualunque esito avrà noi qui dentro continueremo a lavorare regolarmente su questo argomento così scarsamente frequentato dalla nostra letteratura. Un abbraccio. |
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